Palermo ebraica by Giuseppe Mandalà & Angela Scandaliato

Palermo ebraica by Giuseppe Mandalà & Angela Scandaliato

autore:Giuseppe Mandalà & Angela Scandaliato [Mandalà, Giuseppe & Scandaliato, Angela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Viella Libreria Editrice
pubblicato: 2024-07-15T00:00:00+00:00


5. Un ipogeo allagato: camera dello scirocco, bagno ebraico o altro?

L’argomento è di grande interesse se si pensa che da oltre un decennio in Sicilia è forte la tentazione di quanti, contagiati da una sorta di giudeomania, identificano chiese medievali con precedenti sinagoghe e un qualsiasi ipogeo con un bagno rituale ebraico; ciò è accaduto, per citare qualche caso, a Siracusa, a Mineo e, infine, anche a Palermo.

L’ipogeo e la grande cisterna sotterranea, cui attualmente si accede dal palazzo Marchese in piazza Santi Quaranta Martiri, fanno parte del grande complesso di Casa Professa dei gesuiti [fig. 15]. Nel corso degli ultimi decenni dalle ricerche storiche e archeologiche sono emersi i seguenti dati. In primo luogo il quartiere che sarebbe stato poi chiamato dell’Albergheria (XIII sec.),103 nel tardoantico comprendeva l’area suburbana del trans-Kemonia dove erano dislocate le necropoli paleocristiane ipogeiche, che sfruttavano le emergenze rocciose che delimitavano il corso del Kemonia.104 Di Giovanni identifica tali evidenze come

chiese greche antichissime, e tanto da dirsene Graecia105 una contrada, con molte crypte, fra le quali più rinomate quelle di S. Ermete o Mercurio, di S. Maria de Crypta, di S. Michele, di S. Calogero de Thermis, de’ SS. Quadraginta Martirum, di S. Pancrazio, di Santa Parasceve […] e Monasteri greci basiliani come S. Giorgio e Santa Maria de Crypta;

inoltre ipotizza che comunicassero tra di loro costituendo un sistema catacombale, elemento che gli scavi archeologici recenti sembrano in parte confermare.106 È stata notata infatti «una serie di passaggi forniti di gradini per superare quote di livello differenti e soprattutto se si considera l’orientamento di alcune porzioni di camminamenti sotterranei ritrovati recentemente fra la chiesa di S. Michele e l’impianto gesuitico di Casa Professa».107

Questi elementi, così come le catacombe paleocristiane di Porta d’Ossuna, attestano «la presenza nella città di una comunità organizzata almeno fin dal IV secolo e costituiscono quindi una testimonianza primaria per la diffusione del Cristianesimo nell’area urbana». Si tratterebbe di

grotte naturali che in età tardo antica furono trasformate in piccoli sistemi catacombali e successivamente in chiesette ipogee. Su di essi sempre nel corso del Medioevo sorsero chiese di maggior rilievo, di cui è stata cancellata la memoria nel corso dei secoli o che non sono più esistenti nella loro originaria configurazione.108

Gli ipogei, dalla tipica architettura databile tra il IV e il V secolo, sono dotati di sedili e nicchie che sembrano essere stati utilizzati per il rito dei refrigeria, e andrebbero annoverati tra le catacombe di diritto privato di confraternite e piccoli nuclei familiari. È stata notata la presenza di «colatoi che occupano per intero una banchina scavata senza soluzione di continuità lungo le pareti del vano e che sono chiusi da lastre di ardesia» nella grotta di San Calogero in Thermis.109 A partire dalla seconda metà del XVI secolo, in seguito agli interventi radicali per la costruzione del complesso di Casa Professa, gli ipogei sono apparsi a studiosi e visitatori, con le scale di accesso allagate, e questa è anche la situazione odierna. Il geologo Floridia effettua un rilievo nel 1941 ed



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